“La depressione è una signora in nero, quando appare non bisogna scacciarla ma invitarla alla nostra tavola per ascoltare cosa ci dice”. C. G. Jung.

Siamo abituati a leggere i sintomi della depressione in chiave negativa. In realtà essi svolgono una funzione rinnovatrice. Basta saper cogliere l’occasione e trarre dal dolore della depressione il potere per la propria rinascita. 

La depressione è uno dei disturbi più diffusi in assoluto. Si stima, infatti, che oltre 300 milioni di persone ne soffrano. Rispetto al passato, la tendenza sembra in aumento, colpendo sempre più giovani. Si tratta di un’alterazione costante del tono dell’umore, un’importante funzione psichica che, con la sua flessibilità, ci consente l’adattamento al nostro mondo interno ed esterno. Il tono dell’umore si innalza quando ci troviamo in situazioni positive e piacevoli e si abbassa in situazioni negative e spiacevoli.

Nella depressione, invece, il tono dell’umore si fissa verso il basso, perde la sua flessibilità e non è più influenzabile da eventi positivi e favorevoli. Nella fasi più lievi o in quelle iniziali lo stato depressivo può essere vissuto come incapacità a provare un’adeguata risonanza affettiva o come accentuata labilità emotiva. Nelle fasi acute, invece, il disturbo dell’umore si fa più evidente e si sperimentano vissuti di profonda tristezza, sgomento e disperazione, associati alla perdita dello slancio vitale. Cresce anche il disinteresse per le normali attività e si sperimentano sentimenti di distacco e di inadeguatezza. Perfino la nozione di tempo è modificata: il suo scorrere continuo rallenta fino a fermarsi e si ha la sensazione che la giornata sia interminabile, che tutto sia stagnante. Il futuro appare così privo di speranza ed il passato vuoto e inutile. Emergono, perciò, sensi di colpa e previsioni di rovina e di miseria.

Nella maggior parte dei casi, la depressione può essere affrontata attraverso un percorso di psicoterapia. L’aiuto di psicofarmaci è riservato solitamente alle forme più gravi. In generale, le cause della depressione sono un insieme di fattori esistenziali, affettivo-relazionali, biologici, genetici e familiari.

Secondo Raffaele Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, direttore dell’Istituo Riza, il vero responsabile è però il nostro stile di vita: commettiamo ogni giorno gli stessi errori che arrivano a spegnere la parte più antica e profonda del nostro cervello, quella ipotalamica e limbica, dove abita la nostra natura più vera. Ripetiamo, cioè, azioni identiche, parliamo per frasi fatte, recitiamo un personaggio, che non corrisponde a ciò che realmente siamo, perseguiamo obiettivi inutili, così come di cose inutili riempiamo la mente.

Sta diventando un fenomeno patologico diffuso, probabilmente proprio perché conseguente al tentativo dell’uomo di uniformarsi, uniformarsi molto spesso a modelli ideali, tante volte irraggiungibili. Nel costringerci a spegnere i riflettori sul personaggio che stiamo dunque recitando, la depressione diventa allora il tentativo del cervello di liberarci da progetti di vita innaturali e artificiali, spingendoci verso l’originalità e stimolandoci alla ricerca del nostro talento e della nostra creatività.

Siamo abituati a leggere i sintomi della depressione in chiave negativa. In realtà essi svolgono una funzione rinnovatrice. Basta saper cogliere l’occasione e trarre dal dolore della depressione il potere per la propria rinascita.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
https://www.riza.it/psicologia/depressione/2375/depressione-definizione-sintomi-cura.html

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia.