Nel mondo consumistico di oggi sempre più uomini e donne considerano gli altri come oggetti piuttosto che come esseri umani a tutto tondo. Il loro destino è però il fallimento sentimentale.

La nostra società si basa in buona sostanza sulle regole del mercato e dello scambio, dell’acquisto e della vendita. Queste regole, purtroppo, non si applicano solo alle cose materiali. Nel mondo consumistico di oggi sempre più uomini e donne considerano gli altri come oggetti piuttosto che come esseri umani a tutto tondo. Il loro destino è però il fallimento sentimentale.

Questo è il punto su cui vorrei soffermarmi. Con la globalizzazione sembra che qualsiasi cosa susciti il nostro appetito. Da un lato, c’è una spinta sempre maggiore a diventare più veloci nel produrre, dall’altro, più veloci nel consumare. E così consumiamo, o meglio divoriamo, cibi, bevande, film, libri, viaggi, esperienze e gente. In quest’ottica, si corre il rischio di staccarsi sempre più da se stessi e dagli altri, e di trasformarsi in consumatori attivi, nella speranzosa ricerca dell’oggetto di consumo che dia finalmente la felicità. E la felicità consiste in genere nel comprare cose nuove, per scambiarle subito con altre, illudendosi di scegliere individualmente secondo le proprie inclinazioni e idee, senza rendersi conto del conformismo sottostante.

Se queste dinamiche di mercato vengono applicate anche all’amore, succede, come spesso oggi accade, che si è uniti solo superficialmente all’altro. “Alle condizioni di mercato del momento”, nella speranza che ci sia quantomeno uno scambio vantaggioso e leale, ci si diverte anche insieme, si è soddisfatti sessualmente, ci si aiuta pure, ma non si arriva mai a un livello più profondo, cioè a una relazione autentica e intensa. Per cui si finisce per rimanere un pò estranei.

Così l’amore resta un sogno a occhi aperti che si vive più nella fantasia che nella realtà, proiettato nel passato o nel futuro, ma non nel presente. L’amore, come esperienza reale, è possibile quando due persone comunicano tra loro in maniera profonda. Per far questo occorre che ognuno dei due senta innanzitutto se stesso dal profondo del proprio essere. Degli individui standardizzati che seguono schemi prestabiliti non possono amarsi tra loro.

L’amore, infatti, è l’espressione della vera vita individuale, con tutta la sua ricchezza di umanità e di creatività, ed è una capacità del carattere maturo. La vita di coppia può quindi svilupparsi solo impegnandosi a capire e ad accettare l’altro nella sua intima realtà e scegliendo di coinvolgersi attivamente per un legame e una crescita comune. 

Perché l’amore non è un punto fermo: si possono alternare armonia e conflitto, gioia e tristezza, ma la presenza dell’amore è testimoniata dalla profondità dei rapporti e dal senso di vitalità individuale. Amare diventa in questo modo qualche cosa da apprendere e da affinare. 

BIBLIOGRAFIA
Francesco Padrini. La vita di coppia. Edizioni Riza S.r.l. 2004.

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia