Il nucleo fondamentale del conflitto del paziente psoriasico: da un lato, il bisogno di entrare in contatto con l’altro, di ricevere affetto e di stabilire relazioni; dall’altro, l’incapacità di darlo a vedere, di mostrare le proprie emozioni e di lasciarsi andare.
La psoriasi è una malattia cutanea che si manifesta con placche secche ben delimitate, di forma e dimensioni variabili, ricoperte di squame grigie e bianche al di sotto delle quali è presente un eritema più o meno spiccato. La sua evoluzione è spesso imprevedibile e subisce spontaneamente fasi di riacutizzazione, miglioramento e anche persistenti remissioni. I sintomi sono soprattutto prurito intenso e bruciore e le aree più colpite sono le articolazioni.
In base a queste specifiche caratteristiche, la psoriasi assume le sembianze di una corazza, che nasconde un rosso-fuoco. Che significato ha, secondo una visione psicosomatica? Che disagio vuole comunicare? La psoriasi sta ad indicare il bisogno di liberarsi proprio dalla corazza, da uno schermo di candore e purezza (il colore grigio-bianco delle squame), per lasciar spazio all’espressione di passioni ed istinti (il rosso acceso della pelle sotto lo strato squamoso).
La psoriasi può essere quindi concepita come una corazza delle emozioni: simbolicamente rappresenta cioè la difficoltà di comunicare le emozioni, sia in entrata sia in uscita, “lasciar entrare” e “far uscire”.
Il nucleo fondamentale del conflitto del paziente psoriasico, infatti, da un lato, risiede nel bisogno di entrare in contatto con l’altro, di ricevere affetto e di stabilire relazioni, mentre dall’altro, si situa l’incapacità di darlo a vedere, di mostrare le proprie emozioni e di lasciarsi andare. O ancora, tra il bisogno di manifestare l’aggressività e il tentativo di contenerla.
Il rosso che si manifesta è perciò espressione di un’aggressività non agita e di sensi di colpa da cui non è facile liberarsi oppure pulsioni violente che non riescono a trovare la giusta canalizzazione verso il mondo. Spesso l’alternanza con episodi diarroici, veri tentativi di scarica liberatoria, dimostrano quanto sia presente in questo tipo di paziente il desiderio profondo di liberarsi di pulsioni dirompenti e inaccettabili.
E’ necessario non dimenticare che la pelle, come abbiamo visto in un precedente articolo, è l’organo che più di tutti racconta al mondo e a noi stessi i nostri sentimenti, senza possibilità di fingere. In essa si riflettono disagi e mancanze che spesso ignoriamo, ma che si radicano nel tempo, giorno dopo giorno. Ecco perché la psoriasi, e tutti i disturbi della pelle, sono piuttosto resistenti tant’è che la loro cura necessita di tanta pazienza e non sempre si arriva a un risultato definitivo.
Negli interventi psicoterapeutici è richiesta inoltre molta prudenza: nella struttura psicologica dello psoriasico sono presenti non solo conflitti difficoltosi, come visto, ma talvolta anche profondi nuclei psicotici.
BIBLIOGRAFIA
Dizionario di Medicina Psicosomatica. Edizioni Riza S.p.A. 2012.
Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia