Centro di trasformazione del cibo, lo stomaco si fa carico simbolicamente di tutto ciò che è in rapporto all’elaborazione del nutrimento. Nutrimento inteso anche come affetto, legami ed emozioni.

Lo stomaco, che gli alchimisti indicavano come il forno che brucia dentro di noi, è quel luogo del nostro corpo in cui le sostanze provenienti dall’esterno vengono preparate a “farsi carne con noi”. Prima di abitare nel nostro sangue, devono infatti essere filtrate, purificate dallo stomaco e da questo distillate per giungere al sangue in forma di essenza. Centro di trasformazione del cibo, lo stomaco, perciò, si fa carico simbolicamente di tutto ciò che è in rapporto all’elaborazione del nutrimento. Nutrimento inteso anche come affetto, legami ed emozioni.

E’ singolare che il percorso che il cibo segue all’interno dell’organismo rimandi, per analogia, al viaggio dell’Eroe. L’Eroe abbandona il mondo normale per avventurarsi in un regno meraviglioso e soprannaturale. Qui incontra forze favolose, affronta pericoli, fino a sfiorare la morte, riporta una decisiva vittoria e fa quindi ritorno dalla sua avventura dotato del potere di diffondere la felicità fra gli uomini. Ecco allora che siamo di fronte al grande tema simbolico della discesa: entrambi, cibo ed Eroe, discendono nel buio per ritornare, trasformati e potenti, alla luce. Nel momento in cui il cibo arriva nello stomaco, termina l’azione del mangiare e si avvia quella del digerire e dell’elaborare. Questo significa che le reazioni al cibo che coinvolgono lo stomaco avvengono ad un livello più profondo di quanto non accada per la bocca: il cibo, e quindi metaforicamente il pensiero, è già stato cioè in parte assorbito ed introiettato dal corpo.

Tra i disturbi e le malattie più diffuse, vi è senz’altro la gastrite. Da un punto di vista psicosomatico, ha proprio a che fare col vivere situazioni indigeste che non riusciamo a mandare giù. In altri termini, possiamo dire che la gastrite rappresenti la difficoltà ad accettare e digerire la realtà. In particolare, esprime il desiderio di portare dentro, di incontrare qualcuno o qualcosa di cui si ha voglia, ma che, contemporaneamente, contiene elementi sentiti come pericolosi e inaccettabili. Se non si riesce a risolvere tali conflitti, si crea così una grande frustrazione, che a sua volta dà origine a rabbia e aggressività. Difatti il gastritico tiene dentro e scarica nel suo stesso stomaco, tutta la tensione accumulata.

Ebbene i sintomi parlano chiaro. Il bruciore è il fuoco interiore che arde inespresso. I dolori, spesso in forma di crampo, esprimono il disagio per non riuscire a manifestare se stessi. La nausea è un rifiuto della situazione, così come il vomito è un rigetto. L’inappetenza con la chiusura di stomaco denota, inoltre, l’indisponibilità ad accettare più di quello che già si è accolto. Ed infine, la digestione laboriosa esprime la difficoltà nell’accettare il cibo-ambiente-situazione, poiché fonte di problemi.

Pertanto, per un maggior successo, tale forma patologica è bene che si affronti sia attraverso un riequilibrio alimentare e comportamentale sia psicologico.

BIBLIOGRAFIA
Dizionario di Medicina Psicosomatica. Edizioni Riza S.p.A. 2012.

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia.