Ci sono processi naturali di trasformazione che ci accadono sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo, sia che lo sappiamo sia che non lo sappiamo. E impariamo a far tesoro di un bellissimo monito di Pablo Neruda: «È per rinascere che siamo nati»

Ed eccoci giunti alla Pasqua. Auguri a tutti voi lettori. Simbolicamente, rappresenta la nascita a una nuova fase o forma di vita, l’apertura a una nuova dimensione esistenziale. Anche nel percorso psicoterapeutico, dopo il lavoro sull’inconscio, il paziente è di solito purificato dagli aspetti più ombrosi e illuminato da una maggiore consapevolezza di sé. Egli rinasce così a un nuovo modo di improntare la propria esistenza.

Il simbolo che più direttamente esprime questi aspetti dell’evoluzione psichica è l’uovo. E’ interessante notare come l’uovo sia letteralmente un mandala: racchiude, infatti, la totalità di una nuova vita e di un nuovo individuo nelle forme concentriche di un nucleo compreso entro la massa dell’albume e racchiuso dal rotondo del guscio. Forse in virtù di queste caratteristiche, l’uovo vanta moltissimi impieghi simbolici nei racconti di nascita, rituali di iniziazione e simbologie di rinascita a nuovi livelli di coscienza. L’uovo appare anche come uno dei simboli del rinnovamento periodico della natura. Da qui la tradizione dell’uovo di Pasqua e delle uova colorate.

Il fondatore della psicologia analitica, C. G. Jung, a me caro, diceva che ci sono processi naturali di trasformazione che ci accadono sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo, sia che lo sappiamo sia che non lo sappiamo. Questo per dire che la realtà ci confronta puntualmente con l’esigenza di morire metaforicamente a certe forme di vita per rinascere ad altre. Accade a ogni bambino nel momento in cui deve staccarsi dal protettivo mondo familiare, per affacciarsi al mondo più vasto della scuola e delle relazioni con gli estranei. Accade a ogni adolescente che si distacca più radicalmente dai modelli genitoriali, per sperimentare comportamenti, ideologie e vicende all’insegna della soggettività. Accade a ogni ragazza che esce dal mondo un pò romantico e fantasioso dell’adolescenza, per entrare in una nuova casa e in un nuovo ruolo, affrontando le esperienze della maternità o del lavoro. Accade ogni volta che consideriamo chiusa una determinata esperienza e passiamo a un’altra fase della nostra vita. Ogni volta che lasciamo un lavoro, una città, una casa per ricominciare da un’altra parte. Ogni volta che mettiamo in discussione opinioni, idee e ideologie di cui siamo stati a lungo convinti, sentendoci capaci di cogliere la trasformazione dei tempi e di noi stessi e di riformularle magari in maniera completamente diversa. Ebbene, tutto questo e molto altro significa rinascere incessantemente nel corso della vita psichica.

Chi vive con consapevolezza quest’esigenza interna di cambiamento, conosce quanto diventare quel che si è non sia poi così fluido e scontato, perché nel momento in cui si taglia con il passato, con i luoghi, le persone, le idee e gli atteggiamenti cui siamo più affezionati, una grande forza ci trattiene violentemente e dolorosamente. E un’altra, ancor più grande, ci violenta a rinnovarci. Questa forza è la forza della resurrezione e dell’eterna rinascita.


BIBLIOGRAFIA 
Claudio Widmann. Il simbolismo dei colori. Edizioni Magi. 2014. 

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia.