Le malattie hanno un valore importante. Ogni disturbo fisico riguarda anche la nostra interiorità: è un messaggio che segnala un disagio emotivo.
I fattori emotivi hanno una parte importante nel determinare le malattie. Un approccio esclusivamente medico e scientifico è in grado di spiegare perfettamente il funzionamento di un processo, ma non ne coglie il senso nascosto. Tale visione caratterizza il mio modo di fare psicoterapia. Secondo il “Dizionario di Psicologia” di Galimberti, la psicosomatica è quella concezione che, oltrepassando il dualismo psicofisico cartesiano (separazione tra anima e corpo, o res cogitans e res extensa), considera l’uomo come un tutto unitario dove la malattia si manifesta a livello organico, come sintomo, e a livello psicologico, come disagio.
Quindi l’attività mentale ed emotiva e le funzioni fisiologiche, comprese le malattie, si manifestano nello stesso istante, cioè contemporaneamente nella sfera psichica e in quella fisica. Adottando questo punto di vista, la medicina psicosomatica ribalta lo schema eziologico classico che considera la lesione dell’organo quale causa della sua disfunzione e quindi della malattia, sostenendo ed occupandosi, invece, delle reciproche interazioni tra gli aspetti emozionali e la fisiopatologia umana. Quelle che consuetudinalmente riteniamo delle malattie meramente fisiche ed organiche, significa quindi che possono avere altri risvolti e raccontare qualche cosa di noi, del nostro inconscio e della nostra sfera emotiva.
Ogni disturbo fisico riguarda anche la nostra interiorità: è un messaggio che segnala un disagio emotivo. Se proviamo a ragionare in questi termini, noteremo che qualsiasi disturbo è un simbolo, un linguaggio, un modo di pensare ed un modo di stare nel mondo. Dobbiamo intendere le malattie come confessioni dell’anima. Dietro a molte malattie, infatti, ci sono desideri frustrati, paure inascoltate e negate, problemi personali, relazioni difficili, un lutto non sopito o una rabbia congelata.
Così, l’asma, l’ipertensione, la cefalea, per esempio, sono cose che il corpo rivela perché non abbiamo le parole per esprimere i disagi che ci abitano. Sicchè un ascolto attento ed una buona comprensione ci aiutano a rendercene conto. Inoltre, nella mia attività, comprendere che cosa sta vivendo il paziente e in quale mentalità è calato, è decisivo per evitare che la somatizzazione si cronicizzi o che altri disturbi si affaccino. Anche se il sintomo scompare, molte volte il disagio rimane immutato all’interno dell’anima e ha tre possibilità: ripresentarsi con lo stesso simbolo, aggravarsi in un ambito più profondo oppure assumere il volto di un disagio psichico.
Per questa ragione, un approccio esclusivamente medico e scientifico risulta inadeguato per una visione d’insieme. E’ in grado di spiegare perfettamente il funzionamento di un processo, ma non ne coglie il senso nascosto. Il paziente, invece, guarisce meglio se diviene consapevole del significato recondito del suo disturbo, di quello che la propria componente interiore sta cercando di esprimere attraverso il disagio. Ma non solo, così facendo può correggere il tiro. E’ come se attraverso un disturbo, noi cercassimo di ritrovare una spontaneità e una naturalezza che abbiamo perduto. Una malattia quando arriva non è mai casuale, non arriva mai in un momento poco significativo della vita. Tutt’altro. Le malattie hanno un valore importante. Fungono proprio da sistema d’allarme per richiamare la nostra attenzione, come se dicessero: “Attento, la tua ansia, la tua gastrite, la tua ulcera, la tua colite stanno raccontando qualcosa di te, dagli retta…”
Ma invece di ascoltare questa voce, spesso lasciamo che i farmaci la allontanino da noi fino a sopprimerla. Il lavoro psicoterapico ad indirizzo psicosomatico, invece, consiste in un’interpretazione in chiave simbolica del senso che assume il sintomo. Trovato il senso del sintomo, questo non ha più motivo di manifestarsi e il paziente va verso la guarigione, che è più profonda. Quindi non semplice soppressione del sintomo, come spesso avviene, per esempio, con le terapie farmacologiche. Delegare la guarigione e il benessere ai farmaci non basta.
Bibliografia
U. Galimberti. Dizionario di Psicologia. Istituto Geografico De Agostini S.p.A. 2006
Dizionario di Medicina Psicosomatica. Edizioni Riza S.p.A. 2012
V. Caprioglio. Guarire con la psicosomatica. Mondadori Libri S.p.A. 2015
Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia