Il Natale è alle porte. E Babbo Natale? Sarà capitato a molti genitori, specialmente in questi giorni, chiedersi se sia giusto o meno rivelare che il vecchio con la barba non esiste.

Fino a cinque anni, di solito i bambini credono incondizionatamente a Babbo Natale. A sette sono in molti a dubitare, mentre a nove non ci crede quasi più nessuno. Ma, al contrario di quanto si tende a pensare, la rivelazione non arriva in modo improvviso. Anche ciò che ha l’apparenza di un drammatico incidente, per esempio papà o mamma colti di notte a piazzare i regali sotto l’albero, quasi sempre è solo la conferma di un sospetto precedente.

Se il bambino non è ancora arrivato all’età giusta, è possibile che neppure un’evidenza del genere faccia crollare la sua fede. Che sia per dissonanza, come il riconoscere l’elastico che regge la barba finta o le scarpe del papà travestito, che sia per i dubbi suscitati dai compagni di scuola più grandi che ci sono già arrivati, o perché il mito inizia a presentare troppe incoerenze, per ogni bambino a un certo punto giunge il momento di fare due più due. Ed è meglio lasciare che tutto venga scoperto gradualmente dai bambini stessi. Se ci arrivano da soli, sarà per loro un piccolo traguardo e un benvenuto nel mondo dei grandi. Ma raccontando di Babbo Natale, in qualche modo non diciamo loro la verità? I sogni, le magie e le fiabe aiutano i piccoli nella loro crescita. I bambini sono i signori della magia. Intere aree del cervello sono avvolte nel mistero, nel sogno e nella fantasia. Siamo noi adulti che le abbiamo spente e le abbiamo perse, diventando così troppo razionali.

Guai quindi a dire ai bambini che Babbo Natale non esiste, anzi fa bene: non possono crescere senza fiabe, perché da sempre la loro anima cerca il Dio misterioso che li protegge, li aiuta, li coccola, li nutre e fa loro i regali. I bambini non sono e non devono essere razionali come noi, devono vivere nel mondo dell’immaginario, del sogno e della creatività: questo li fa crescere, più di qualsiasi programma scolastico. Quando i bambini “fanno finta di”, esercitano una capacità cruciale da un punto di vista evolutivo, ossia quella di figurarsi modi alternativi in cui la realtà potrebbe essere.

E’ un utile esercizio per allenare le capacità di ragionamento controfattuale. In sostanza, affaticarsi per scoprire come il vecchio possa in una sola notte consegnare i regali in tutto il mondo o scendere con il suo pancione dalla stretta coppa del camino, sarebbe lo stesso tipo di immaginazione richiesta per trovare la soluzione di un problema scientifico. I bambini devono dunque poter credere all’impossibile, e proprio grazie a questo saranno poi in grado di affrontare i grossi temi della vita. Se togliamo i sogni ai bambini, con molta probabilità, vuol dire spingerli da adolescenti verso l’alcool, le droghe e gli psicofarmaci. Insomma, credere a Babbo Natale svolge differenti funzioni nello sviluppo psichico, cognitivo e affettivo del bambino. Ed ecco allora Babbo Natale, che arriva da chissà quale altro mondo a portare doni, giocattoli e più di tutto…mistero. Auguri a tutti i bambini e lettori del blog!

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
https://www.rtl.it/redazione/raffaele-morelli/babbo-natale-fa-bene/ 
https://www.focus.it/comportamento/psicologia/buone-feste-la-psicologia-di-babbo-natale 

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia