Accade d’estate o anche nel fine settimana: quando si cerca di rilassarsi emergono strani sintomi, fisici o psicologici, che mantengono alto lo stress. Una difficoltà che si può superare imparando a mollare il freno.
Affannarsi tutto l’anno, dare tutto se stessi in famiglia e sul lavoro, desiderare fortemente l’estate per ritemprarsi e divertirsi, e poi, quando finalmente arriva, non riuscire a godersela perché l’organismo ce lo impedisce.
Un sintomo intenso, o una serie di sintomi che si alternano, arriva a rovinarci le ferie. Siamo stati bene tutto l’anno, quando dovevamo “funzionare” per star dietro ai mille doveri del quotidiano, e proprio adesso ecco arrivare una cefalea continua, una colite che ci rende rischioso uscire di casa, un flusso mestruale che non accenna a smettere, una gastrite che ci condiziona i pasti, un mal di schiena che ci blocca a letto o sulla sdraio. Oppure un acuto stato d’ansia, una serie di attacchi di panico o un nervosismo con continui sbalzi d’umore.
Che cosa succede? Si tratta di una forte reazione psicosomatica, che, per essere risolta in fretta, deve essere letta nel modo giusto. In alcuni casi i sintomi esprimono una ribellione. E’ come se il corpo esprimesse un rifiuto inconscio verso la vacanza. Magari abbiamo bisogno di un vero relax, ma per far contenti il partner e i bambini, viviamo giornate troppo ricche di attività. Oppure vorremmo essere da soli (per ritemprarci veramente) o con qualcun altro (a cui in questo momento teniamo di più). Partire infatti, per alcuni, significa allontanarsi da situazioni che li coinvolgono e che temono di perdere in queste settimane.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, non si tratta di una ribellione, ma di una difficoltà, a volte addirittura di una incapacità a lasciarsi andare al relax e al divertimento. Dopo tanto stress non siamo più abituati a concederci il piacere e lo svago, non sappiamo più stare nel tempo libero: siamo diventati così funzionali che, quando non c’è da “funzionare” nel solito modo, qualcosa in noi si sente spaesato. Entriamo inconsciamente in stato di allerta, come se dovessimo controllare questa cosa nuova che è il potersi divertire e l’essere fuori dai consueti binari.
In realtà, avremmo solo bisogno di più tempo: quello necessario al sistema nervoso per adattarsi al nuovo ambiente e ai nuovi ritmi. Ma la vacanza di molti dura troppo poco e quando ci si sta finalmente adattando, ecco che bisogna tornare. Insomma, lo stacco troppo netto tra lavoro intenso e tempo libero può inceppare i meccanismi psico-corporei, che non riescono a star dietro ai ritmi frenetici e al poco tempo di libertà imposti dall’esterno.
Entrambi i casi non sono da sottovalutare. Rivelano una nostra tendenza a trascurarci, o perché non legittimiamo abbastanza le nostre esigenze, o perché non sappiamo riconoscerle. Non solo quando dobbiamo programmare le vacanze e partire, ma anche nel quotidiano durante l’anno.
Se vogliamo uscire da queste situazioni dobbiamo prenderne atto: cercare di capire meglio che cosa fa veramente per noi, che cosa proprio non ci piace (nei tempi, nei modi e nei luoghi) e fare il possibile affinchè gli altri accanto a noi ne tengano conto. Buone vacanze!
BIBLIOGRAFIA
Riza Psicosomatica, a cura dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica n. 378 Agosto 2012.
Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia.