Esprime, in forma del tutto inconscia, il tentativo di scaricare un surplus di tensione emotiva e di aggressività trattenuta a cui la persona non dà spazio nella vita quotidiana cosciente.
Il bruxismo “risolve” il bisogno di sfogare l’aggressività e, allo stesso tempo, la necessità morale e sociale di delimitarlo a un momento non pericoloso, ossia il sonno.
Il bruxismo è la tendenza a digrignare i denti con forza durante il sonno e a serrare le mandibole, senza che la persona se ne accorga. E’ di solito dovuta a tensioni psicoemotive e/o malocclusioni dentarie. Con il tempo può insorgere dolore mandibolare e alle tempie, usura dei denti e cefalea. A volte, però, il bruxismo può manifestarsi anche durante il giorno, in stato di veglia.
Secondo la prospettiva psicosomatica, che cosa vuol dire? Affrontare la vita a denti stretti. Ebbene si. Può sembrare una frase fatta, ma coglie perfettamente la tematica centrale del bruxismo. Esso infatti esprime, in forma del tutto inconscia, il tentativo di scaricare un surplus di tensione emotiva e di aggressività trattenuta a cui la persona non dà spazio nella vita quotidiana cosciente. Nello specifico, se prevale il digrignare i denti, i problemi sono: il bisogno di elaborare psicologicamente degli eventi contrarianti a cui ci si sottopone comunque, la tendenza a rimuginare, con difficoltà a dire di no e la rabbia repressa per paura di esagerare o per non attivare sensi di colpa. Se prevale invece il serrare le mandibole, i problemi sono: lo stato di forte tensione emotiva che non ci si concede di esprimere a livello cosciente, le situazioni ansiogene o le prove di forza a cui non si vuole cedere e l’aggressività trattenuta e accumulata da tempo, con fantasie di attacco o vendetta. Queste ultime, che sono presenti in quasi tutti i bruxisti, attingono a strati psichici arcaici, in cui la mandibola e i denti erano usati, come nel mondo animale, per combattere, azzannare e imporsi.
Il bruxismo “risolve” in tal modo il bisogno di sfogare l’aggressività e, allo stesso tempo, la necessità morale e sociale di delimitarlo a un momento non pericoloso, ossia il sonno. La cosa più difficile è accorgersene. Ma i denti che dolgono al mattino, i dolori alla mascella e alle tempie, possono essere delle spie. Si può inoltre chiedere al partner e fare una visita odontoiatrica. E’ bene sapere che l’eventuale applicazione del bite, con funzioni correttive e contenitive, da sola non basta. E’ infatti utile cercare ambiti o situazioni adatte a dar sfogo alle tensioni trattenute, oppure intraprendere una psicoterapia per meglio convivere con le stesse o favorirne la scomparsa.
BIBLIOGRAFIA
Dizionario di Medicina Psicosomatica. Edizioni Riza S.p.A. 2012.
Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia.