E’ un patrimonio alla portata di tutti, che non riguarda capacità speciali ma l’attitudine a seguire il proprio vero destino, la realizzazione di se stessi, a qualsiasi età.
Nel linguaggio comune con la parola “talento” si definisce un’abilità dai tratti eccezionali. Di solito, si ritiene che a un grande talento debba seguire una carriera brillante, magari con ingente guadagno. Il talento viene così visto come caratteristica esclusiva di personalità famose, attori, pittori, artisti, sportivi etc.
Vi è inoltre la tendenza a credere che tale dote speciale venga scoperta solo in giovane età, altrimenti non la si possiede davvero, e che bisogna coltivarla con impegno e sforzo per poterla sviluppare. Niente di tutto questo. Il talento è ben altro: un’energia creativa che vive dentro ognuno di noi e che, lasciata libera, porta ogni persona alla sua piena e spontanea realizzazione. E’ un patrimonio alla portata di tutti, che non riguarda capacità speciali ma l’attitudine a seguire il proprio vero destino, la realizzazione di se stessi, a qualsiasi età. Basta volerlo cercare. In molte culture antiche, specialmente quella greca, il talento coincideva con il “daimon”, il demone o genio ispiratore, cioè una forza innata in grado di guidare l’uomo verso le scelte più corrette per far affiorare la sua essenza. Dentro ognuno di noi c’è già quindi il proprio talento, il “seme” di quello che siamo chiamati ad essere. In sostanza, una tendenza nascosta, un’inclinazione personale, unica e irripetibile.
Al riguardo, il grande psicoanalista James Hillman, nella sua opera “Il codice dell’anima”, illustra la sua “teoria della ghianda”, l’idea, cioè, che ciascuna persona sia portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta. <Se sei una ghianda non potrai che diventare una quercia, un giorno. Non puoi forzare la tua natura e cercare di essere una rosa, perché ti sei convinto o ti hanno convinto che per te sia meglio essere una rosa>. Tutti quindi nasciamo con un’individualità che ci è data come un dono e un destino potenziale. Ebbene, il nostro compito nella vita, più di qualsiasi altra cosa, è quello di far emergere ed esprimere ciò per cui siamo nati, il talento appunto. Il motivo? Molte persone si dichiarano insoddisfatte di quello che fanno o del proprio lavoro. Molte non si sentono appagate della realtà che stanno vivendo. Questo significa che non stanno allora esprimendo il proprio talento e non stanno realizzando se stesse. Vivono una vita che non corrisponde a ciò per cui sono nate. Al contrario, quando manifestiamo il nostro talento, tutto avviene con naturalezza e semplicità. Ogni gesto nasce spontaneo ed è efficace. Ciò avviene perché stiamo dando voce a un’abilità solo nostra che ci caratterizza. Se siamo in sintonia con il nostro talento e lo assecondiamo, qualunque attività si trasforma da lavoro in divertimento. Tutto sembra scorrere senza sforzo, in modo del tutto naturale, come se fossimo nati esattamente per fare questo.
Inoltre il corpo e la mente stanno bene e percepiamo un benessere generale che fa nascere in noi vitalità, entusiasmo e voglia di fare. Nel momento in cui diamo libero sfogo alle nostre capacità, si spengono malesseri e sintomi fisici dovuti alle energie inespresse. Per questo è molto importante capire e incoraggiare la vocazione che è in noi aiutandola ad emergere. Può cambiarci la vita. Ma spesso siamo portati a dimenticare quest’impronta originale, uniformati come siamo dai modelli di riferimento e travolti dai ritmi frenetici della vita.
BIBLIOGRAFIA
Vittorio Caprioglio. Scopri il tuo talento. Edizioni Riza S.p.A. 2014.
James Hillman. Il codice dell’anima. Adelphi Edizioni. 2012.
Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia