La psicologia del profondo sa che dentro di noi esiste un centro, il Sé: una vera e propria guida interiore da ascoltare.

Quella fredda inquietudine che si prova durante l’approssimarsi di una minaccia contro cui si può fare molto poco. Tuttavia, anche nella tempesta ognuno di noi ha il compito di prendersi cura di se stesso e di chi lo circonda.

Una delle cose più spaventose della peste nera che imperversò in Europa tra il 1348 e il 1349 fu il sentirla avvicinarsi. Serpeggiava attraverso le terre come un <fantasma senza radici>, come scrisse il poeta gallese J. Gethin. Viaggiatori e pellegrini parlavano di strade disabitate e superstiti ridotti in condizioni penose. Le città sbarravano i loro cancelli e gli abitanti si prostravano in disperati atti di penitenza. Gli ebrei vennero accusati di avvelenare i pozzi e le serve vennero imprigionate con l’accusa di aver infettato apposta i vestiti. Ma niente riusciva a cambiare le cose. Alcuni cronisti scrissero che in Europa morirono fino a nove persone su dieci. In molti credevano di stare assistendo alla fine del mondo, una punizione inferta da Dio per i peccati mortali. Se non si era già stati raggiunti dalla malattia, non c’era altro da fare che aspettare.

A differenza della paura e del panico, che di solito vengono scatenati da una minaccia vicina e immediata, il timore è quella fredda inquietudine che si prova durante l’approssimarsi di una minaccia contro cui si può fare molto poco. E’ ciò che sta accadendo in questi giorni. La maggioranza di noi, purtroppo, non ha altre possibilità se non sprofondare in una vischiosa impotenza e sperare che la malattia non si avvicini troppo.

Nei suoi primissimi usi, il termine “timore” descriveva la sensazione dell’essere resi muti e prostrati dalla presenza dello straordinario potere di Dio. L’aspetto del “tremendum” è un tratto che sempre accompagna la percezione del divino e del sacro.

Tuttavia, anche nella tempesta ognuno di noi ha il compito di prendersi cura di se stesso e di chi lo circonda. La psicologia del profondo sa che dentro di noi esiste un centro, il Sé: una vera e propria guida interiore da ascoltare. Come Raffaele Morelli, noto psichiatra e psicoterapeuta, ha rilasciato in una delle sue ultime interviste, nei momenti difficili non si devono prendere decisioni, ma ricordarsi del timoniere interiore che ci abita. Non bisogna essere in balia del virus, bensì occorre prendere tutte le precauzioni del caso, continuando a seguire la propria rotta. Sempre Morelli, ha affermato quanto sia importante per la nostra psiche che essa sia a contatto con il benessere, perché se continuiamo a pensare e a parlare solamente del virus, l’angoscia che ne deriva impatta sul sistema immunitario e lo indebolisce.

I bambini hanno imparato all’istante le regole di base: lavarsi le mani, non baciarsi e non toccarsi. Fatto questo, tornano subito a giocare. Ecco, dovremmo imitarli. Il senso del pericolo viene solo aumentato dal continuo parlarne. Dunque, è bene ascoltare la propria interiorità ed accogliere il disagio con fiducia. Così facendo, il disagio passa più rapidamente.

BIBLIOGRAFIA
Tiffany Watt Smith. Atlante delle emozioni umane. UTET 2017.

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia