La dinamica sottesa all’insorgere dell’ulcera ha solitamente le sue radici nelle primissime fasi di vita.

Accanto alla rappresentazione della madre buona, che nutre, si crea anche quella della madre cattiva, che viene repressa e proiettata all’esterno. Nelle storie dei malati di ulcera si trovano spesso madri oggettivamente frustratrici, che gestiscono in modo rigido i tempi di allattamento, respingono le espressioni di aggressività, sessualità ed indipendenza e, anche se apparentemente spingono i figli all’affermazione sociale, si oppongono di fatto ad un distacco da loro, anche in età adulta. 

Tra i disturbi gastrici, il più studiato dal punto di vista psicosomatico è l’ulcera peptica. Negli ultimi cinquant’anni sono state numerosissime le ricerche svolte sia dal punto di vista psicofisiologico che psicoanalitico sulle modificazioni dell’attività gastrica sotto l’influsso delle emozioni. Ed oggi è ormai ampiamente riconosciuta l’influenza dei fattori emotivi sulla genesi di questo disturbo.

La dinamica sottesa all’insorgere dell’ulcera ha solitamente le sue radici nelle primissime fasi di vita. Secondo Garma, considerato il padre della psicoanalisi argentina, il bambino attribuisce alla madre la responsabilità delle proprie sensazioni organiche anche spiacevoli: così è la mamma che toglie il cibo (fame), dà alimenti cattivi (disturbi intestinali) e morde dentro (dolori gastrici). Dunque, accanto alla rappresentazione della madre buona, che nutre, si crea anche quella della madre cattiva, che viene repressa e proiettata all’esterno.

Come Garma stesso sottolinea, nelle storie dei malati di ulcera si trovano spesso madri oggettivamente frustratrici, che gestiscono in modo rigido i tempi di allattamento, respingono le espressioni di aggressività, sessualità ed indipendenza e, anche se apparentemente spingono i figli all’affermazione sociale, si oppongono di fatto ad un distacco da loro, anche in età adulta.

Ebbene, le frustrazioni della vita adulta possono condurre alla regressione alla fase orale-digestiva, tanto da far riemergere la cattiva madre interiorizzata che “morde di nuovo”. Il sintomo stesso dell’ulcera peptica simbolizza, sempre secondo Garma, il taglio del cordone ombelicale, la ferita di castrazione, la punizione inflitta dalla madre persecutrice per i tentativi di indipendenza.

Quali possono essere allora i tratti di personalità del paziente ulceroso? E’ possibile riassumerli nella cosiddetta “personalità di successo”. Si tratta, cioè, di una persona che ricerca il successo in modo spasmodico, come rivalsa verso la propria dipendenza dal mondo materno e come tentativo di affermare la propria autonomia dagli altri. Egli vive, però, al contempo, in uno stato di profonda dipendenza, di cui ha molta paura e che vuole nascondere a tutti i costi, spaventato dall’idea che qualcuno possa accorgersi della sua grande esigenza di rassicurazione. Tale ansia di indipendenza, realizzazione e successo, a ben guardare, tende quindi a coprire un profondo desiderio di dipendenza e di protezione.

Altre caratteristiche ricorrenti possono essere: la tendenza a reprimere fortemente la propria contrarietà e aggressività, rivolgendola su se stesso, una sessualità di impronta infantile, che a volte risulta molto repressa o quasi assente, altre volte vissuta in modo frenato per il timore di restare delusi nel proprio bisogno d’amore e una madre invadente che vuole imporre le proprie scelte di vita.

Nonostante questi aspetti siano riscontrabili in molti pazienti ulcerosi, non è corretto farne però uno schema rigido, in quanto la realtà clinica si presenta molto più variegata.

Dunque, affinchè ci sia una vera guarigione, è fondamentale un profondo cambiamento psichico ed emotivo. In virtù di una indispensabile autonomia, è necessario, infatti, imparare due elementi fondamentali, ossia chiedere agli altri ciò di cui si sente il bisogno, superando la paura di ricevere un rifiuto, ed essere meno severi con se stessi. Una psicoterapia può senz’altro rivelarsi utile.


BIBLIOGRAFIA
Dizionario di Medicina Psicosomatica. Edizioni Riza S.p.A. 2012.

Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia.